Giochi da tavolo: facciamo il punto sulla situazione in Italia
Iniziamo subito con il dire che gli italiani sono dei gran giocatori e che l’Italia è ricca di autori di giochi da tavolo che hanno creato ottimi prodotti di successo anche all’estero.
100 milioni di euro è la stima del mercato dei giochi da tavolo italiani. Un valore in continua crescita negli ultimi anni, grazie a una passione che pare crescere sempre di più nonostante l’entrata in scena di videogame di grande qualità.
Sono circa 800 i nuovi titoli che escono ogni anno e che debuttano soprattutto nelle grandi fiere organizzate nelle città italiane. Il PLAY a Modena e Lucca Comics & Games a Lucca prima fra tutte, a seguire molti altri eventi e manifestazione in un po’ tutte le città d’Italia.
Il desiderio di socialità è intrinseco nella natura umana e giochi da tavolo lo soddisfano benissimo.
Quando in Italia abbiamo iniziato a giocare? Quali sono stati gli antenati degli attuali giochi da tavolo?
In questo articolo cercheremo di fare un breve excursus della storia dei giochi da tavolo italiani, conosceremo i migliori autori italiani e i giochi preferiti dagli italiani negli anni.
Le radici dei giochi da tavolo italiani
La storia dei giochi da tavolo italiani risale all’antica Roma. I romani, di tutti i ceti sociali, amavano molto giocare e soprattutto scommettere. Uno dei giochi più diffusi era infatti quello dei dadi, che utilizzavano per una varietà di giochi di fortuna e di scommesse. L’antenato dell’attuale Backgammon o tria-trac, il Tabulae, originario dalla Mesopotamia, si diffuse largamente in tutte le regioni romane, fino ad arrivare ai nostri giorni.
Tuttavia, è nel Medioevo che i giochi da tavolo iniziano a prendere forma e somigliare a quelli attuali, entrando a far parte della vita quotidiana e dell’intrattenimento.
Il gioco che ebbe maggiore diffusione e che è arrivato fino ai nostri giorni è quello degli scacchi. Originario dell’India e assorbito poi dagli arabi, il gioco arrivò in Italia all’inizio dell’anno 1000 ed ebbe un successo rapidissimo nonostante la contrarietà delle Chiesa.
Durante il Rinascimento, l’Italia divenne un centro di cultura, arte e innovazione, e questo periodo vide una crescente diffusione di giochi da tavolo tra la nobiltà e le classi abbienti. I giochi come gli scacchi, la dama e il sopracitato tric-trac divennero popolari in tutta Italia e oltre i confini nazionali.
Bisognerà attendere l’Industrializzazione e la diffusione della stampa per rendere i giochi da tavolo sempre più accessibili anche alle classi sociali meno abbienti. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 nacquero molti giochi divenuti poi dei classici come la tombola o scala quaranta.
Durante il XX secolo, con il boom economico e l’aumento del tempo libero, l’industria dei giochi da tavolo in Italia si sviluppò ulteriormente. Si iniziarono a produrre giochi innovativi e creativi, spesso ispirati alla cultura e alla storia italiana. Tra i più famosi giochi da tavolo italiani di questo periodo ci sono il Monopoli e il Risiko.
Classici contemporanei: giochi da tavolo italiani popolari oggi
Negli ultimi decenni, l’industria dei giochi da tavolo in Italia ha continuato a prosperare, con una crescente attenzione verso la progettazione di giochi originali e di alta qualità. I giochi moderni italiani spaziano da quelli di strategia e tattica a quelli di party e cooperativi, mantenendo sempre vivo l’interesse e l’entusiasmo per il gioco da tavolo nel paese.
In Italia i giochi più venduti di sempre sono: Risiko, Pictionary, Trivial Pursuit, Othello, Backgammon, Cluedo, Scarabeo, Monopoli, Dama e infine l’intramontabile Scacchi.
Questi giochi hanno venduto milioni di copie e continuano a vendere ancora oggi. Nel settore Boardgame si stanno creando delle nicchie sempre più specifiche. Classica è la contrapposizione tra gli amanti dei giochi American e i German, i party game e gli astratti.
In questo contesto, molti sono gli italiani che sono diventati autori famosi di giochi da tavolo. Citiamone alcuni…
Parliamo di autori italiani di giochi da tavolo
Iniziamo a parlare di Emiliano Sciarra e della straordinaria storia del suo gioco Bang, il gioco western più venduto al mondo e “italiano”. Un gioco le cui dinamiche sono abbastanza semplici da coinvolgere giocatori di ogni tipo, ma dove regole e meccanismi richiedono una buona dose di riflessione e tattica. L’ambientazione è da spaghetti western e lo scopo del gioco sarà quello di scoprire il ruolo che ricoprono gli altri giocatori: fuorilegge, sceriffo (che gioca a carte scoperte fin dall’inizio), vicesceriffo o rinnegato.
L’autore racconta che, dopo un periodo di pausa riallaccia i rapporti con il mondo del bordame. Sono gli anni ’90 e il nostro Sciarra ha molte idee per la testa che mette nero su bianco. L’obiettivo è creare un gioco per più persone, adatto alle famiglie, semplice da spiegare, veloce e divertente. Una valida alternativa agli stessi giochi di sempre. Da qui la scelta di un’ambientazione nota a tutti come quella del Western.
I primi prototipi hanno un grande successo e quando l’autore va in cerca di un editore statunitense riceve un categorico rifiuto poiché il gioco viene considerato “troppo simile a Family Business”… probabilmente oggi quella casa editrice sta ancora mangiandosi le mani.
Bang, pubblicato poi dall’Italia DaVinci Giochi (oggi DV giochi), ha venduto milioni di copie.
Vogliamo citare anche una coppia di autori di giochi italiani che possono essere considerati i “Raimondo-Vianello” del mondo dei giochi da tavolo: gli amici Simone Luciani e Daniele Tascini. Il loro gioco di maggior successo è Tzolk’in: Il Calendario Maya, insieme a Marco Polo che ha vinto il premio Archimede del 2012. Mentre la loro ultima pubblicazione è il recente Darwin’s Journey che ha avuto un enorme successo su Kickstarter superando 1 milione di euro.
Uno dei più grandi autori italiani è sicuramente Leo Colovini con oltre 75 giochi pubblicati ad oggi. La sua storia inizia con il fortunato incontro del grande Alex Randolph a un torneo di scacchi. Tra i suoi giochi più famosi citiamo Inkognito, Carolus Magnus, Lex Arcana, Cartagena e Carcassone: The Discovery.
Giochi da tavolo con ambientazioni italiane
È curioso notare come molto spesso l’Italia diventi spesso e volentieri la protagonista delle ambientazione di molti giochi da tavolo. Il nostro è sicuramente un paese ricco di storia, cultura e bellezza che esercita un forte fascino soprattutto all’estero. Dall’epoca romana al Rinascimento, l’Italia ha una storia davvero ricca da raccontare, oltre a meravigliosi paesaggi, dalla Sicilia alla Toscana, passando per le Alpi, capaci di catturare l’immaginazione dei giocatori. Per non parlare poi della magia dei canali di Venezia e delle leggende dei templari: mistero atmosfere intriganti fanno la base per numerosi ambientazioni di giochi. Infine tantissimi sono i personaggi storici italiani che hanno fatto la storia.
Uno dei giochi da tavolo più amati è Lorenzo il Magnifico (Cranio Creation), un gioco strategico ambientato nell’Italia del Rinascimento, in cui i giocatori assumono il ruolo di famiglie nobili che competono per il potere e la gloria.
Tra gli altri citiamo Tuscany Essential Edition (Stonemaier Games), Catan: Mercanti e Barbari – Le Città e i Cavalieri (Catan Studios), Viticulture: Tuscany Essential Edition, Venice Connection (Oliphante).
Concludiamo con una chicca nel panorama dei giochi da tavolo italiani: OTTO Game Over
L’Italia è un paese indubbiamente creativo, di conseguenza il settore dei giochi da tavolo non poteva non godere di un terreno fertile per proliferare.
Nel nostro piccolo anche noi di Arcastudio, uno studio creativo di comunicazione torinese, abbiamo potuto entrare a far parte del mondo dei giochi da tavolo con il nostro italianissimo OTTO Game Over. OTTO è un gioco astratto semplice da imparare e difficile da padroneggiare che è nato quasi per caso nella testa del nostro Frank (fonder di Arcastudio) durante e grazie il primo lockdown. Dopo aver fatto migliaia di lavoro per i nostri clienti, infatti, grazie alla pandemia, abbiamo trovato il tempo per portare avanti un progetto tutto nostro.
OTTO inoltre, è italianissimo, perché abbiamo voluto mantenere tutta la produzione in Italia, a Torino per essere precisi. E, lo diciamo senza falsa modestia, è italiano perché è curato nei dettagli sia del progetto di design che della qualità dei materiali.
È stato nominato dall’Adi design index, facendo entrare la categoria dei giochi da tavolo nella storia del design.
Infine è stato prodotto grazie a un campagna di crowdfunding su Kikcstarter preparata in un mese (dei veri sprovveduti a ripensarci con il senno di poi). La gioia di vedere il nostro progetto finanziato in 8 ore è stata impagabile. Ma la cosa che più ci ha reso felici è giocare nelle fiere con tantissimi tipi di persone diverse: bambini, appassionati, esperti. In tutti questi casi, l’esperienza ludica dell’incontro e della convivialità ci ha sempre fatti tornare a casa con il cuore colpo di emozioni. E poi, sapere che in quasi 2.500 case il nostro gioco dona altrettanti momenti di gioia e condivisione non ha davvero prezzo.
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